E’ terminata una delle esperienze più belle che abbiamo vissuto con Selezione ORA. Abbiamo voluto lanciare una sfida a noi stessi e ai ragazzi della classe 5a del Liceo delle Scienze Umane P.G.E. Porta di Parma: vivere un tirocinio un po’ speciale.
Negli anni precedenti i ragazzi hanno effettuato un tirocinio presso strutture dedicate alla cura e alla presa in carico di bambini, disabili, anziani, sperimentandosi nel “fare”. Quest’anno, però, si presenta il salto del diploma che rimane uno dei pochi riti di passaggio che, anche se non fa entrare completamente nel mondo degli adulti, rappresenta senza dubbio il momento che apre a nuove responsabilità.
Scegliere di andare a lavorare o continuare gli studi all’università è comunque un momento che richiede capacità di scelta, consapevolezza, individuazione di competenze e soprattutto di sogni e desideri.
Partendo da questi presupposti, il prof. Giovanni Ronchini, Dirigente del Liceo, ci ha dato fiducia. Abbiamo progettato e proposto un percorso di 5 giorni che ha visto i ragazzi immersi in una esperienza fatta di incontri, formazione, riflessione e orientamento che ha permesso di tradurre, in modo quasi naturale, tutte le conoscenze acquisite nello studio nella realtà quotidiana. Per i ragazzi è stato come un fulmine al ciel sereno.
Crediamo fortemente che le persone siano spinte all’autorealiazzazione, che ogni individuo cerca, più o meno consciamente, di dare forma a ciò che Carl Rogers definisce tendenza attualizzante, divenire ciò che si è chiamati a essere spinti dalle nostre scelte.
Abbiamo tentato di alzare il livello della partecipazione riflessiva dei ragazzi attraverso un viaggio fatto di 5 tappe:
Una settimana intensa anche per noi. Abbiamo imparato molto dai ragazzi, quei ragazzi spesso indicati come poco motivati, in perenne contrasto con il mondo adulto, con pochi sogni e valori. Non è stato così: le nostre orecchie hanno ascoltato dei giovani adulti capaci di riflettere su loro stessi e sui problemi del mondo in modo così profondo che molti adulti non capirebbero, forse, di cosa stanno parlando.
Continuare a far sbocciare queste vite è una nostra responsabilità, di noi genitori, insegnanti, imprenditori, allenatori…. ma forse il problema è proprio qui. Siamo noi adulti i primi a essere disorientati. Non riusciamo, a volte, neppure a dare senso alla nostra esistenza fatta apparentemente solo di fatiche e accadimenti funesti.
Stare con i giovani e ascoltarli realmente un po’ di più rappresenta una possibilità per recuperare una dimensione di consapevolezza e serenità che aiuterebbe noi e loro.
Grazie ragazzi e buona strada!