Riflessioni di inizio anno

Pubblicato giovedì 13 febbraio 2020 da Sara Bianchin

L'Epifania può essere considerata come una metafora della leadership. Avere una vision e fare la propria parte in un progetto più davvero fare la differenza.

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Riflessioni di inizio anno
Riflessioni di inizio anno
 

Carissimi, ci siamo salutati prima delle feste col nostro evento “Mi giro e c’è qualcuno con me”. Abbiamo trattato temi importanti, come quelli dell’empowerment e della leadership, con l’approccio del counselor, ponendo il fulcro sul benessere degli individui che costituiscono le organizzazioni, certi del fatto che persone serene che lavorano sinergicamente insieme possano creare soluzioni più efficienti.
Più che una chiusura è stata un’anteprima: ripartiremo dalle fondamenta poste nel 2019 per costruire nuovi progetti per il 2020.

L’epifania è passata da qualche giorno ma, forse, non è tardi per tentare una riflessione su questa meravigliosa metafora.
Non voglio soffermarmi sul significato teologico della narrazione ma, piuttosto, sui comportamenti umani dei personaggi che ne fanno parte, ché non sono tanto lontani da quelli che ancora oggi, in dimensioni diverse, perpetuiamo.
Tante sono state le rifiniture aggiunte nei secoli a questo racconto, che a volte assume un’accezione persino un po’ fiabesca: oggi mi piacerebbe spogliarlo di tutti gli orpelli e soffermarmi sul significato più profondo della vicenda dal punto di vista culturale.


Guardiamo ai suoi protagonisti: Erode il Grande, un uomo potente e spietato, abile politico e conoscitore dell’Antico Testamento; i Magi, astrologi d’Oriente, seguendo una stella giunsero a Gerusalemme e chiesero al Re dove fosse il Re dei Giudei appena nato; Gesù, un bambino nato in silenzio ma destinato ad essere l’uomo che avrebbe pasciuto il popolo di Israele e cambiato il mondo.

Se pensiamo che tanti, fisicamente molto più vicini alla nascita di Gesù, non si resero conto di quanto stesse accadendo proprio sotto i loro occhi, mentre loro – che venivano da lontano, ma che erano animati da grande curiosità intellettuale, che rivolsero lo sguardo in alto, che ebbero fiducia e si lasciarono guidare verso una meta che non conoscevano – giunsero a destinazione, scopriamo un risvolto interessante anche per chi alla religione non è per niente interessato.


Da imprenditore, vedo in Erode un capo, potente per il solo gusto di avere il potere, detentore della conoscenza ma incapace di sfruttarla per il benessere del suo popolo; nella stella cometa vedo la vision del mondo, la strada che i magi – uomini non solo colti ma intelligenti, veri leader privi di avidità – decisero di seguire per raggiungere un bambino che sarebbe diventato la guida di un popolo intero e un tassello nella storia.
Forse il fascino dei re magi sta tutto qui: nell’incessante ricerca della verità che spesso si svela con la semplicità; o, magari, nell’importanza della fiducia in un ideale più grande, nello spogliarsi volontariamente di un pezzo della propria ricchezza per cederlo a chi, divinità o no, potrà indicarci un futuro più luminoso.

Nella storia e nella vita abbiamo tutti un ruolo: quello dei re magi è stato rendersi partecipi di una grande manifestazione ma non è detto che l’importanza delle nostre azioni stia nella loro miticità. Perché una realtà – sia essa una famiglia, una scuola, un’organizzazione aziendale, un ecosistema o il mondo intero – funzioni è necessario che ognuno di noi faccia la propria parte. È un concetto della saggezza secolare che viene, o dovrebbe essere, insegnata a tutti i bambini ma che, crescendo, viene spesso dimenticata: lo ritroviamo negli ammonimenti di maestri e genitori, a scuola nelle pagine di Cuore o nelle favole di Fedro e di Esopo mentre, chi si trova dall’altra parte del mondo, lo avrà magari scoperto in un racconto popolare o in una chicca spirituale.
Vorrei appunto condividere con voi una favola africana:

“Scoppia un incendio nella foresta. Tutti gli animali fuggono terrorizzati. Il leone vede un colibrì che vola in direzione opposta: “Dove vai? C’è un incendio!”. Il colibrì: “Vado al lago a raccogliere acqua nel becco da gettare sul fuoco”. Il leone: “Ma è assurdo! Non lo spegnerai con 4 gocce!”. Il colibrì: “Io faccio la mia parte”.

Se un mosaico si realizza tessera dopo tessera, e un bosco cresce seme dopo seme, e un oceano goccia dopo goccia, perché non pensare che, nel nostro piccolo, possiamo realizzare un progetto idea dopo idea e gesto dopo gesto?

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