Re-start...sempre

Pubblicato sabato 16 aprile 2022 da Daniela Mazzari

La misura dell'intelligenza è data dalla capacità di cambiare qualcosa quando è necessario (Albert Einstein)

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Negli ultimi mesi ho scritto spesso di vari temi che avevano come fulcro principale il cambiamento.
Ringrazio chi mi ha scritto, sostenuto, provocato, criticato e sollecitato dei chiarimenti, proprio perché questo tema è spesso centrare nella nostra vita e ci accompagna ogni giorno.

Ho letto di persone scoraggiate, di persone stanche, di persone che "vorrei ma non me la sento", di persone che dicono tra le righe una frase, che mutuo da un mio riferimento culturale (Giorgio Gaber) e che più o meno si può sintetizzare così "oggi no, domani forse ma dopodomani sicuramente.. e ogni giorno, ripropongono la stessa frase".

Ho letto e incontrato anche persone pronte a grandi cambiamenti ma ancora ferme perché spaventate dall'incertezza, dalla paura.

Da addetto ai lavori aggiungo una difficoltà enorme, mai riscontrata negli ultimi tempi, nel trovare persone disposte ad accettare nuove sfide e nuovi posti di lavoro. Molti sono più propensi a rimanere fermi in posti scomodi o, se nella possibilità di farlo, disoccupati.

Dovendo studiare il fenomeno, ho provato a declinarlo in vari aspetti. Alcuni li ho presentati negli ultimi articoli. Altri aspetti sono a me ancora molto sconosciuti e, volendomi documentare, ho provato a fare un po' di ricerca puntando l'attenzione sul cambiamento della gestione delle risorse umane nelle organizzazioni.


Cosa sta succedendo nel panorama HR italiano (e non solo)?

Un collega mi ha recentemente segnalato un convegno nel quale presenteranno i risultati di una ricerca 2022 dell'Osservatorio HR Innovation Practice, promosso dalla School of Management del Politecnico di Milano. Si sono proposti di studiare le principali sfide poste dalla Direzione HR in questo periodo e di delinearne con occhio critico l'evoluzione.

Tra le varie riflessioni che ho letto, con non poco stupore, si cita il tema delle "grandi dimissioni" (Great Resignation, termine coniato da Antony Klotz, professore di Management alla Mays Business School of Texas). Con questo termine si sta studiando il fenomeno dell'aumento del numero delle dimissioni avvenuto negli USA con il prolungarsi dei tempi della pandemia. Sono numeri da record, mai visti negli ultimi 20 anni di storia americana.
Si è sempre sentito parlare di licenziamenti e riduzioni, quasi mai di tassi di dimissioni spontanee così alti. 
Perchè le persone preferiscono stare ferme?

Ad una prima lettura si può dire che il fenomeno delle grandi dimissioni è correlato all'aumento del malessere delle persone rimaste sole, al limite del bornout. Sono segnali di forte malessere e un cambiamento delle aspettative delle persone nei confronti delle proprie organizzazioni.
Ma sarebbe troppo riduttivo trovare il colpevole di tutti- il covid- senza porsi una domanda: dov'è finita la società civile? Chi potrà aiutare chi rischia di rimanere fermo? Cosa possiamo fare nel mondo delle organizzazioni- sia pubbliche che private-? Possiamo continuare a lavorare come facevamo fino a qualche anno fa?

Dal mio punto di vista credo che sia necessario lo sviluppo di nuovi modelli organizzativi. Conosco imprenditori illuminati che si stanno già muovendo in questa direzione facendo sforzi enormi per rafforzare il benessere e l'engagement; ma serve altro.

Serve urgentemente una "cabina di regia", seria, pubblica. Servono strutture che aiutino veramente le persone a comprendere questi cambiamenti. Tornare alla socialità nelle relazioni per non imbruttire questo mondo così chiuso.

Servirebbe molto altro, mi ripropongo di trattare questi temi nei prossimi appuntamenti. Avrò per le mani anche altri dati che spero possano aiutarci a leggere queste nuove sfide...credo che "è proprio quando si crede che sia tutto finito, che tutto comincia" (Daniel Pennac).

E a proposito di cambiamenti, due anni fa, in piena pandemia, scrissi questa frase: Sarebbe bello poter pensare alla Pasqua come un momento di passaggio dalla situazione di emergenza e paura attuale ad un futuro di cambiamento e ricostruzione, pur sempre attraverso un percorso.


Un doveroso e sofferto pensiero lo voglio rivolgere soprattutto a chi quest'anno passerà questo periodo in guerra. Pasqua è - per i cristiani- un "mistero della fede". Mistero non inteso come verità celata, piuttosto come verità rivelata.

Mutuo questa rivelazione utilizzando le parole che Papa Francesco ha proclamato domenica scorsa.

"Ci stiamo preparando a celebrare la vittoria di Cristo sul peccato e sulla morte. Sul peccato e sulla morte, non su qualcuno e contro qualcun altro"


Auguri di Buona Pasqua da tutto il team di Selezione Ora.


pasqua

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